Chiediamoci e chiediamo: Marghera può sfruttare l’opportunità della candidatura alle Olimpiadi per la riconversione il rilancio dell’area industriale in declino?
Può essere l’occasione giusta per fare la tanto attesa piscina?
Nuova ipotesi per la piscina di Marghera. La notizia è dello scorso 6 giugno e la si trova pubblicata sul Gazzettino di Venezia nell’articolo di Maurizio Dianese intitolato “Così Marghera rinasce al Feltrificio Veneto” (pagina 6).
Il Comune di Venezia ha approvato il piano di Andrea Mevorach: 100 milioni di euro sugli 8 ettari dell’area. Tanto per orientarci un attimo, vedi nella piantina qui sotto. L’area è quella che costeggia Via F.lli Bandiera fino al semaforo di Via delle Macchine.
Sul giornale si legge che “verrà rifatto tutto e questo isolato diventerà a tutti gli effetti una estensione del centro urbano di Marghera. Tanto verde, anche sui tetti degli edifici, strade alberate, parchetti pubblici e pure un paio di piazzette. Più una piscina pubblica. Più una darsena e un ristorante sull’acqua”.
Come evidenzia il Corriere del Veneto, Andrea Mevorach gioca un ruolo determinante anche nella ricostruzione dell’Abruzzo per edificare la «new town». Un «concept» di microcittà verde, senza torri, con edifici alti al massimo due piani e la viabilità nascosta sottoterra, che ha già preso forma nei giorni scorsi sotto la regia dell’imprenditore veneto del tessile e dell’immobiliare.
L’Assessore Gianfranco Vecchiato conta di riuscire a dare il via al progetto per settembre 2009 e sottolinea che “questo può diventare un esempio concreto di una città che si rinnova e che aggancia il centro storico abitato di Marghera a una zona come questa che è sì a due passi da Piazza Mercato, ma è come se fosse lontana anni luce. E invece può diventare, grazie a questo progetto un vero nuovo luogo di aggregazione”.