9 febbraio 2010, è scattata ufficialmente questa mattina con la demolizione del civico 24, l’operazione di recupero delle “Vaschette” di Marghera.
Le ruspe sono entrate in azione alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, del vicesindaco, Michele Mognato, degli assessori comunali ai Lavori pubblici di Mestre, Laura Fincato, alle Politiche della Residenza, Mara Rumiz, alle Politiche sociali, Sandro Simionato, del presidente della Municipalità di Marghera, Renato Panciera, dell’équipe degli operatori Etam, e proseguiranno il loro lavoro per alcuni settimane.
Nel giro di un mese saranno infatti rase al suolo altre tre (ovvero i civici 28, 30 e 32) delle nove palazzine del complesso, che da vari anni il Comune progettava di abbattere, visto l’abbandono ed il degrado ambientale e sociale in cui l’area si trova oggi, dopo che molti inquilini se ne sono andati.
Il complesso delle Vaschette era sorto nel secondo dopoguerra per ospitare i profughi giuliano dalmati. Molti si sono poi trasferiti in altre zone della città, ma alcuni dei residenti, divenuti poi proprietari dei loro appartamenti, vi abitano ancora: si tratta di ventitré famiglie con le quali il Comune di Venezia sta interloquendo per trovare loro una nuova sistemazione, per alcuni provvisoria, in attesa che siano ultimati i lavori di riqualificazione di tutta l’area, per altri definitiva in un’altra zona di Marghera o Mestre, a seconda delle esigenze.
“Con diciassette proprietari stiamo già discutendo – ha precisato l’assessore Rumiz – con gli altri lo faremo quanto prima. Quest’area sarà riconsegnata alla città, dopo l’opera di bonifica, per connettersi e integrarsi direttamente con la Città Giardino. Sarà riqualificata la residenza, ma ci sarà spazio anche per servizi, attività commerciali e naturalmente verde pubblico”.
L’operazione che il Comune sta portando avanti rientra nel più ampio disegno di recupero e valorizzazione di parti del territorio comunale degradate, così come è stato fatto per il Quartiere Pertini. “Non è stato facile giungere a questo risultato – ha sottolineato il vicesindaco Mognato – anche a causa di complesse questioni burocratiche per acquisire le strutture, che prima erano di proprietà dello Stato e gestite dall’Ater. Oggi assistiamo alla prima fase di quello che sarà un momento di grande cambiamento e miglioramento del complesso urbano di Marghera”. Infatti, la decisione di demolire gli edifici, è stata presa quando ci si è resi conto che gli urgenti interventi di ristrutturazione di cui avevano bisogno le palazzine, sarebbero stati più onerosi dell’abbattimento e della riedificazione delle stesse.
I lavori – affidati alla ditta Eureka Spa di Marghera – procederanno in questo modo: gli edifici saranno abbattuti gettando contemporaneamente dell’acqua, in modo che la povere si diffonda il meno possibile, anche considerando che ci sono ancora palazzine abitate.
Fonti:
- foto di Gabriella Traini
- testo “Quotidiano del Nord“
- immagine di Vittorio Baroni su elaborazione Google Earth